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Lo psicologo e i miti da sfatare

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Lo psicologo è il medico dei pazzi?

È un’idea diffusa quella di credere che è necessario essere “matti” per andare dallo psicologo.

Ci sono persone affette da patologie psicologiche gravi, altre affette da patologie lievi, molte altre semplicemente bisognose di sostegno professionale in momenti difficili. Ci sono alcuni periodi della vita della persona che possono risultare di difficile gestione. A volte lo stesso evento crea conseguenze diverse nelle persone a seconda della personalità, della situazione e dell’ambiente che la circonda (famiglia, amici e lavoro). Spesso accade che non riusciamo a trovare adeguate soluzioni ai problemi, che sia un’incomprensione familiare, l’elaborazione di un lutto, una separazione, entrare in menopausa, avere un figlio o cambiare casa. Quando le abbiamo provate tutte e non riusciamo a venirne fuori e quando il “malessere” sta diventando un appuntamento quotidiano tale da influenzare la vita di tutti i giorni e le sfere ad essa collegate, sarebbe allora utile rivolgersi ad uno psicologo.

A volte si sente semplicemente il bisogno di migliorare la qualità della vita, o il bisogno di trovare un equilibrio della propria affettività, c’è chi desidera semplicemente avere delle relazioni più soddisfacenti sia interpersonali che lavorative, chi vuole imparare a gestire lo stress o chi ancora sente la necessità di un proprio spazio personale che ci faccia “staccare” dalla vita quotidiana e ritrovare se stessi.

 

E SE MI FA IL LAVAGGIO DEL CERVELLO?

Per formazione, “lo psicologo/psicologa è consapevole del fatto che, nell’esercizio professionale, può intervenire significativamente nella vita degli altri; proprio per questo ha il dovere di prestare particolare attenzione ai fattori personali, sociali, organizzativi, finanziari e politici del cliente/paziente, onde evitare di influenzarlo e di utilizzare indebitamente la sua fiducia e le eventuali situazioni di dipendenza e fragilità indotte dal disagio” (art. 3 Codice Deontologico).
Inoltre “nell’esercizio della professione, lo psicologo rispetta la dignità, il diritto all’autodeterminazione e all’autonomia di coloro che si avvalgono delle sue prestazioni; ne rispetta opinioni e credenze, astenendosi dall’imporre il suo sistema di valori” (art. 4 Codice Deontologico).

Un professionista serio non deve offrire consigli, perché questi rifletterebbero il sistema di valori ai quali lui stesso fa riferimento. D’altra parte abbiamo già un’estesa cerchia di amici, parenti, conoscenti pronti a fornirci consigli, senza con questo risolvere la situazione.

Lo psicologo/psicologa non deve porsi come un guru, maestro di vita, né come qualcuno che con saccenza indica i giusti comportamenti, al contrario il suo compito è quello di partire da ciò che la persona racconta, per aiutarla ad aumentare la consapevolezza sul problema e cercare insieme punti di vista alternativi e nuove possibilità, che rientrino negli obiettivi e nel sistema di valori della persona stessa.

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Marta Stentella - MioDottore.it
Chi sono

Mi chiamo Marta Stentella e sono una Psicologa Clinica e di Comunità esperta in Psicologia Giuridica, Psicodignostica, Psicologia dello Sport e Sessuologia.


La mia missione è quella di mettermi al servizio delle persone sofferenti e, tramite le conoscenze acquisite nei miei studi, aiutarle a superare i momenti critici in modo scientifico e professionale senza ovviamente trascurare il lato umano e affettivo.


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